MIA Photo Fair, tre fotografi di oggi per la Galleria Farsetti

da | Mar 20, 2025 | askanews

Milano, 20 mar. (askanews) – Tre forme di fotografia che, a tutti gli effetti, sono anche manifestazioni della scena dell’arte contemporanea. Tra le gallerie presenti all’edizione 2025 di MIA Photo Fair a Milano c’è anche Farsetti.”Durante MIA Photo Fair, cui partecipiamo dal quinto anno consecutivo – ha detto ad askanews Chiara Stefani, della Galleria Frediano Farsetti di via della Spiga a Milano – presentiamo il lavoro di tre fotografi con cui lavoriamo da anni, sono tre fotografi molto diversi ma anche in qualche modo complementari. Abbiamo Antonio Biasiucci che lavora sul bianco e nero, sulla mise en scene e sulla trasfigurazione di elementi reali in qualcosa di altro e sognante. , come in caso di tronchi di legno o terre vulcaniche. Poi abbiamo un fotografo che viene dalla moda, ma che è molto legato alla storia dell’arte, alla storia delle avanguardie, soprattutto surrealista e metafisica, che si chiama Piero Gemelli e che qui partecipa con scatti iconici del suo lavoro editoriale come fotografo di moda e con delle nature morte legate al mondo della storia dell’arte sia a fiamminga antica che anche surrealista e metafisica, e sono lavori fatti appositamente per la nostra galleria”.Il terzo fotografo in mostra è Luca Campigotto, celebre per le sue immagini di grandi città e per i suoi paesaggi, che diventano scenari più ampi. “Io ho due passioni, due anime – ci ha detto l’artista – una per il paesaggio selvaggio, il paesaggio naturale e una per il paesaggio urbano prevalentemente notturno. Il filone del paesaggio naturale deriva più dai miei studi di storia dai libri d’avventura dei fumetti di Corto Maltese mentre il paesaggio urbano soprattutto notturno ha molto più a che fare con il cinema”.Tre storie diverse, quindi, ma unite dall’idea che la fotografia è uno strumento che racconta la realtà attraverso il suo linguaggio e attraverso un filtro, tutt’altro che oggettivo, che è l’occhio del fotografo, oltre che la sua tecnica. E quello che ne risulta è una forma di “verità artistica” spesso sorprendente.

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