Roma, 9 giu. (askanews) – È passato un anno dalle elezioni che hanno portato ad un nuovo Parlamento europeo che ha riconfermato Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione.In questa fase ancora convulsa a livello internazionale si è insediata la nuova amministrazione USA guidata da Donald Trump che ha acuito le tensioni commerciali con annunci su dazi e barriere alle merci importate negli Stati Uniti.E in questo clima di complessità e incertezza restano centrali i temi della competitività europea pregiudicata, da un lato, dall’ipertrofia normativa, dall’altro, dalla perdita di centralità tecnologica su alcune filiere strategiche.Competitività su cui giocano sicuramente un ruolo chiave il costo dell’energia e le tecnologie che saranno abilitate per traguardare una mobilità decarbonizzata, ma sostenibile, temi che condizionano fortemente l’intera industria manifatturiera.Se ne parlerà alla assemblea UNEM 2025, in programma il prossimo 12 giugno a Roma l’Assemblea annuale 2025. Chiarissimo il titolo “Energia:c ompetitività e cambiamenti. Le sfide italiane ad un anno dal voto europeo”.Gianni Murano, presidente Unem:”L’assemblea vuole essere proprio un momento di sintesi per analizzare insieme ad ospiti importanti, tra gli altri i ministri Urso e Foti, quelli che sono stati gli approcci europei, soprattutto di revisione del Green Deal, per cercare di rimettere in moto in maniera competitiva, come suggerisce anche il Rapporto Draghi, il nostro paese e l’Europa tutta”.Focus allora sui possibili impatti che l’evoluzione degli scenari geopolitici avranno sui settori industriali e sui possibili spazi di azione che si possono aprire a livello europeo, sottolineando come l’attuale fase storica richiede più che mai unità di intenti e visione comune sul futuro di filiere strategiche da cui dipende non solo il successo della transizione, ma anche la sicurezza energetica dei Paesi europei. Con richieste precise:”E’ chiaro che per i nostri associati e per Unem è centrale la neutralità tecnologica e la pluralità tecnologica. Avere la possibilità che tutte le tecnologie possano esprimere il loro potenziale per decarbonizzare e al tempo stesso sostenere la domanda di energia che è sempre più in crescita”, prosegue Murano.Anche perchè passato un anno, nonostante qualche proclama iniziale, sulla revisione pragmatica delle politiche green ed energetiche della nuova Commissione la luce non sembra accendersi:”Al momento forse si sente solo il profumo o se ne intravede l’ombra, fatti concreti non ce ne sono ma noi dobbiamo continuare ad insistere, perchè è quello che chiede l’Europa, i nostri associati, i cittadini europei è pragmatismo, non scelte ideologiche ma scelte basate su tecnologia, concretezza, capacità di decarbonizzare ma tenendo in piedi tutta l’industria italiana ed europea”.
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