Roma, 12 giu. (askanews) – I segnali di cambiamento a livello di istituzioni europee rispetto a un tema complesso come quello della transizione ci sono ma tuttavia manca “il coraggio di cambiare”. A incalzare sul terreno della neutralità tecnologica e su un approccio non ideologico è stato il presidente di Unem, Gianni Murano, che ha individuato spazi di espansione per la filiera dei biocarburanti sulla quale occorre investire. Il rischio è che l’Europa ceda ad altri la propria leadership come gli Stati Uniti. L’Assemblea nazionale dell’associazione è stata l’occasione per fare il punto con attori istituzionali e di settore.”Ormai ci si è resi conto che la strada della decarbonizzazione così come disegnata non sta andando come ci sia aspettava. Ci sono evidenti fenomeni di crisi industriale. È necessario il cambio di ritta e in questo i biocarburanti possono giocare un ruolo essenziale anche con una filiera non solo nazionale ma europea. La stessa Commissione europea ha evidenziato come ci sia un potenziale di circa 150 milioni di tonnellate, per i biocarburanti a livello europeo. Quindi cercare di creare quelle che sono le condizioni normative che significa evitare il ban del motore endotermico al 2035, considerare per il calcolo delle emissioni tutto il ciclo di vita e non solo dal serbatoio al tubo di scappamento ma creare le condizioni perché i biocarburanti possano avere la dignità di essere vettori energetici per la decarbonizzazione”.Una richiesta che ha trovato sintonia da parte del governo che da tempo porta avanti a livello europeo un sostegno alla neutralità tecnologica come sottolineato da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy: “Noi siamo assolutamente convinti che nell’Unione europea debba essere rispristinato il principio della neutralità tecnologica che in questo campo, nel settore dei trasporti, significa biocarburanti, cioè il carburante che viene dalla natura e per questo ne facciamo argomento centrale dei nostri dossier e certamente quello del settore auto è strategico, non soltanto per l’industria dell’auto e quindi per i lavoratori del settore ma per tutte le altre industrie collegate alla produzione automobilistica, mi riferisco all’acciaio e alla microelettronica che compongono un auto”.Uno degli attori direttamente coinvolti proprio nel processo di riconversione delle bioraffinerie è il Gse, come sottolineato dal presidente Paolo Arrigoni, impegnato in una serie di iniziative nel comparto.”Siamo chiamati a breve a gestire il bando bioraffinerie cioè 200 milioni per sostenere la riconversione delle raffinerie per produrre biocarburanti sostenibili da utilizzare in purezza. Tante altre cose facciamo sulla mobilità sostenibile ma a breve stiamo finalizzando un accordo di collaborazione Gse-Unem per il supporto della filiera nel percorso di decarbonizzazione”.A sottolineare la necessità di andare nella direzione della neutralità tecnologica, pena la perdita di competitività, anche i rappresentanti del sistema produttivo. In particolare Coldiretti presente all’Assemblea di Unem con il presidente, Ettore Prandini. “Tante volte purtroppo l’Europa è lenta a decidere rispetto a uno scenario di carattere globale dove vediamo paesi come gli Stati uniti sulle energie rinnovabili, sui biocarburanti, gli investimenti che stanno realizzando e che noi non possiamo non fare, sarebbe una perdita di mercato, di opportunità per quanto riguarda l’intera filiera produttiva. Nello stesso tempo dobbiamo recuperare quella che è una visione sbagliata in una ottica per la quale si è incentivato solo l’e-fuel a livello europeo e non il biofuel a livello europeo”.Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’Energia ha sottolineato l’importanza dell’alleanza a livello europeo delle organizzazioni degli industriali per fare fronte comune nei confronti della Commissione europea: “Su questo, peraltro abbiamo stretto un’alleanza molto importante con tutte le Confindustrie europee, in particolare con quelle dei paesi più industrializzati alle quali anche quelle di Polonia e Spagna, si aggiungono, in un processo per sollecitare la Commissione a una rivisitazione, diciamo delle normative che ha messo in piedi in questi anni e per assicurare diciamo che ci sia un bilancio tra quello che è il tema della competitività industriale ed economica del nostro continente con il criteri di transizione energetica e di decarbonizzazione che comunque deve andare avanti e che è un percorso ineluttabile”.
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