Roma, 25 giu. (askanews) – In Italia, il settore della nutrizione affronta una crisi comunicativa che mette a rischio la salute pubblica. Mentre circa 26.000 professionisti qualificati (6.000 dietisti e 20.000 nutrizionisti dietisti) operano nel paese, con solo un terzo impiegato nel servizio sanitario pubblico, la comunicazione nutrizionale è sempre più dominata da figure prive di qualifiche accademiche. Influencer, personal trainer e venditori di prodotti dietetici stanno conquistando l’attenzione del pubblico diffondendo informazioni nutrizionali spesso prive di fondamento scientifico, creando confusione e potenziali rischi per la salute dei cittadini.’Il problema fondamentale è che chi comunica meglio oggi sono persone che non hanno titoli in realtà per esercitare, perché loro non si devono preoccupare dei regolamenti imposti dagli ordini professionali’, afferma Pierluigi Palombi, imprenditore con esperienza nella comunicazione neuroemozionale, che si dedica ad aiutare i professionisti della nutrizione a comunicare efficacemente rispettando le regole deontologiche.La situazione è particolarmente preoccupante considerando che la ricerca di informazioni sulla nutrizione è in costante crescita. Secondo recenti studi, oltre il 70% degli italiani cerca online consigli nutrizionali, ma solo una minoranza riesce a distinguere le fonti attendibili da quelle inaffidabili. Questo scenario ha spinto Palombi a sviluppare un metodo specifico per aiutare i professionisti qualificati a comunicare in modo più efficace.’La nostra sfida è quella di aiutare i nutrizionisti, dietisti, dietologi a comunicarsi in maniera etica, corretta, scientifica. Influencer, personal trainer, venditori di pasti sostitutivi, divulgano informazioni nutrizionali prive di fondamento scientifico e questo è qualcosa di pericoloso per la salute delle persone’, spiega Palombi.Uno dei principali ostacoli che i professionisti della nutrizione devono affrontare è rappresentato dalle rigide regolamentazioni imposte dagli ordini professionali riguardo alla comunicazione, specialmente sui social media. Mentre queste regole sono pensate per garantire standard etici elevati, possono limitare la capacità dei professionisti di raggiungere efficacemente il pubblico.La questione è particolarmente rilevante in un’epoca in cui i social media sono diventati il principale canale di informazione per molte persone. Secondo dati recenti, oltre l’80% degli italiani tra i 18 e i 35 anni utilizza i social media come fonte primaria di informazioni sulla salute e la nutrizione, rendendo ancora più urgente la necessità di una comunicazione scientifica efficace su queste piattaforme.Nonostante le difficoltà, ci sono segnali positivi. L’interesse per una nutrizione basata sull’evidenza scientifica sta crescendo, e sempre più persone cercano professionisti qualificati. ‘La comunicazione oggi è l’arma più potente’, afferma Palombi, evidenziando come una comunicazione efficace possa fare la differenza nella lotta contro la disinformazione.La sfida per il futuro sarà trovare un equilibrio tra il rispetto delle norme deontologiche e la necessità di comunicare in modo efficace e accessibile. Gli ordini professionali stanno iniziando a riconoscere l’importanza di adattarsi ai nuovi mezzi di comunicazione, e alcune iniziative stanno emergendo per fornire linee guida più chiare sulla comunicazione digitale per i professionisti della salute.
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