Roma, 2 lug. (askanews) – “Ci sono due modi per affrontare un tema come quello dell’intelligenza artificiale: o si regolamenta, oppure si incentivano sviluppo e innovazione con una vera politica industriale. Il Ddl del governo, invece, è sbilanciato: la parte di regolamentazione è ridondante, perché sarà l’AI Act europeo a dettare le regole, mentre manca quasi del tutto una visione industriale”. Lo ha dichiarato Giulia Pastorella , capogruppo di Azione in Commissione Trasporti alla Camera, ospite del format Largo Chigi di The Watcher Post. “Solo l’8% delle imprese italiane utilizza l’intelligenza artificiale: sono troppo poche. Ma dubito che questo provvedimento le aiuterà a crescere”, ha aggiunto Pastorella. “Nel merito, il Ddl non affronta temi cruciali come la trasparenza delle fonti utilizzate per addestrare gli algoritmi o i bias. La posizione di Azione è chiara: l’Italia non aveva bisogno di una nuova legge nazionale sull’IA, anche perché siamo ancora fermi allo step precedente. Le regole europee ci sono, ma non sono ancora state attuate”. Pastorella ha infine ricordato di essere prima firmataria della proposta unificata in Parlamento per lo sviluppo dei data center: “Infrastrutture essenziali, per le quali serve un iter chiaro e rapido per l’installazione e un piano per potenziare la capacità di stoccaggio e calcolo. Solo così si potrà davvero facilitare l’adozione dell’intelligenza artificiale nel nostro Paese”.
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