IL IV SUMMIT NAZIONALE SULL’ECONOMIA DEL MARE – BLUE FORUM
L’Economia del mare in Italia vale 216,7 miliardi di euro pari all’11,3% del PIL
Nella foto Giovanni ACAMPORA, Presidente ASSONAUTICA-Camera di Commercio Frosinone e Latina
LA BLUE ECONOMY ITALIANA TRA SFIDE GLOBALI E VISIONE STRATEGICA PER UN’ITALIA PROTAGONISTA DEL MARE
Il IV Summit Nazionale sull’Economia del Mare – Blue Forum, svoltosi a Roma nella sede di Unioncamere, ha segnato un momento di svolta per la definizione delle politiche nazionali in ambito marittimo, riaffermando il ruolo strategico del mare per lo sviluppo sostenibile, inclusivo e competitivo del Paese.
Nel corso dei tre giorni di lavori, il Summit ha rappresentato un punto di non ritorno per la costruzione di una visione unitaria, sistemica e propositiva della Blue Economy italiana, evidenziando l’urgenza di elaborare strategie concrete e coordinate in vista della nuova pianificazione marittima nazionale 2026–2028.
Con il contributo delle principali istituzioni nazionali ed europee, tra cui i Ministri del Governo italiano e le più alte cariche del Parlamento e della Commissione europea, il Forum ha ribadito la necessità di una governance chiara, fondata su semplificazione normativa, sostegno agli investimenti, incentivi all’innovazione e valorizzazione del capitale umano.
I numeri illustrati nel XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare, a cura dell’Osservatorio Nazionale Ossermare, Unioncamere, Tagliacarne e Blue Forum Italia Network, confermano la centralità del settore: 232.841 imprese, oltre 1 milione di occupati e un valore aggiunto complessivo pari all’11,3% del PIL nazionale.
Una performance che testimonia non solo la forza economica del comparto, ma anche la sua capacità di attivare sviluppo nei territori, in particolare nel Mezzogiorno.
“Dobbiamo riconoscere al mare la funzione di leva strategica per il futuro dell’Italia,” ha affermato Giovanni Acampora, Presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina.
“Il Summit ha posto le basi per un’agenda condivisa che vada oltre la teoria e sia in grado di mobilitare risorse, competenze e riforme strutturali a favore di una blue economy realmente competitiva”.
Sullo stesso solco, il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha sottolineato la dinamica positiva del comparto, che tra il 2022 e il 2024 ha visto una crescita del 2% nel numero di imprese, contro una contrazione del 2,4% a livello generale.
“Un segnale chiaro della resilienza e del potenziale del settore, che va sostenuto con strumenti adeguati e coerenti.”
Il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci, ha ribadito l’importanza della recente istituzione di una struttura governativa dedicata al mare, mentre il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ricordato come l’economia del mare, al pari della space economy, rappresenti un asset tradizionale e strategico per lo sviluppo del Paese.
Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo, ha rilanciato l’appello a un’Europa più resiliente
capace di affrontare crisi sistemiche con politiche industriali ambiziose e obiettivi raggiungibili, sottolineando che
“l’Italia è oggi la terza economia blu d’Europa: dobbiamo tradurre questa posizione in leadership effettiva”.
Raffaele Fitto, Vice Presidente della Commissione Europea, ha confermato l’impegno comunitario per costruire un approccio coerente allo sviluppo della Blue Economy:
“Attraverso il PNRR e la nuova delega alla semplificazione, stiamo lavorando per creare le condizioni favorevoli a una crescita stabile, sostenibile e integrata dell’economia del mare”.
Il IV Summit Blue Forum si chiude dunque con un messaggio forte:
non esiste più un’alternativa al mare come volano per il futuro economico e sociale del Paese. Il tempo delle riflessioni è finito: ora è il momento delle scelte.
Il XIII Rapporto in pillole
Imprese giovanili, femminili e straniere
Le imprese giovanili in Italia sono pari al 8,9% dell’economia blu, le imprese femminili al 22,6% e le imprese straniere al 7,7%.
La top 5 per incidenza del valore aggiunto dell’Economia del mare sul totale dell’economia territoriale
A livello regionale: Liguria (13,8%), Sardegna (8,8%), Friuli-Venezia Giulia (8,4%). Lazio (6,7%) e la Campania (6,6%).
A livello provinciale: Trieste (25,4%), Livorno (18,7%), La Spezia (17,4%), Venezia (15,4%), Rimini (14,7%).
Al Sud si conferma primato per valore aggiunto, occupati e imprese
Il Sud Italia consolida il suo primato di area a maggiore produzione di valore aggiunto con una quota del 32,5%.
Lo stesso vale per l’occupazione, con il 37,7% al Sud, nonché per le imprese, che addirittura si attestano nel 2024 al 49,2%.
Più basso invece il moltiplicatore pari all’1,6, a fronte del 2,1 del Nord-Est, del 2,0 del Nord-Ovest e dell’1,7 del Centro.
La popolazione residente al 31 Dicembre 2024 nei comuni nelle zone costiere è pari a 20.106.255 e nei comuni litoranei 16.555.017.
Scarica il XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare:
https://ossermare.org/pubblicazioni/13-rapporto-nazionale-sull-economia-del-mare-2025/
fonte:
“XIII Rapporto Economia del Mare 2025, a cura di Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne – Unioncamere – OsserMare”